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venerdì 28 agosto 2015

Salviamo il mercato di San Benedetto. Un tendone temporaneo esterno è l'unica soluzione.

Già da diversi giorni fin dalla mattina presto nell'anello interno del Mercato di San Benedetto si ripetono momenti di tensione tra operatori commerciali e agenti della Polizia Municipale a seguito della chiusura temporanea del piano terra dello stesso mercato.

Il Mercato di San Benedetto ha subito nel corso degli ultimissimi anni diversi interventi ordinari e straordinari di manutenzione e ristrutturazione. Questi interventi sono stati programmati ed effettuati sotto le ultime amministrazioni comunali che hanno guidato la città, amministrazioni di destra e di sinistra. 


Ci auguriamo che i lavori siano stati eseguiti a regola d'arte, che si tratti di una situazione eccezionale e che non sia nuovamente necessario riproporre quegli infiniti cantieri (evidentemente inutili) che hanno causato grossi disagi al quartiere negli ultimi dieci anni. Se così non fosse, è necessario un serio controllo di qualità in tutte le future nuove operazioni di manutenzione straordinaria. 

La situazione attualmente è precaria e la sistemazione è inopportuna e priva delle fondamentali norme igieniche per i clienti, per gli operatori stessi e per i residenti del quartiere di San Benedetto, che già da alcuni giorni devono fare i conti con il rumore dalla mattina presto, i rifiuti lasciati in strada anche per ore dal pomeriggio e l'ulteriore taglio di stalli di sosta.



A rendere la situazione ancora più pesante è la totale assenza dell'amministrazione comunale che squalifica il lavoro di operatori del settore costretti a lavorare per ore sotto il sole e a gestire degli spazi non adatti alla vendita, per di più arrivando a sanzionare, in un'ottica totalmente acritica e priva di buon senso, coloro che provano a rispondere a questo momento di crisi ingegnandosi in tutti i modi per provare a lavorare almeno un po' meglio.

Per ovviare a questa situazione di disagio noi di Cambiavento e di Metropolis, della coalizione #CA_mbia, chiediamo l'allestimento d'urgenza di un tendone climatizzato nella piazza antistante il mercato in modo tale da garantire la normale funzionalità lavorativa del mercato anche in questi giorni di difficoltà. Si tratterebbe di un intervento semplice ed economico che sarebbe possibile realizzare dall'oggi al domani, avendo già a disposizione le carte progettuali del tendone allestito ormai diversi anni fa durante i precedenti lavori di ristrutturazione.

La situazione è difficile ed occorre piena tempestività nell'agire.

Francesco Accardo - Cambiavento 
Marina Adamo - Metropolis

#CA_mbia #cambiavento2016 #metropolis2016

mercoledì 26 agosto 2015

I migranti e i "tipi da insulto"

L’ignoranza è la causa della paura, diceva Seneca.

Per averne conferma, se mai ce ne fosse bisogno, è stato sufficiente avanzare una proposta. Semplice, di buon senso: abbiamo organizzato un flash mob per dare una mano, con dei beni di conforto, ai quasi mille migranti ospitati alla Fiera.

Come era prevedibile, siamo stati sommersi da una marea di insulti. “Perché pensate ai migranti, con tanti cagliaritani in difficoltà?”: questo il senso della critica. A nulla è servito spiegare che siamo attenti anche alle esigenze dei cagliaritani; l’abbiamo sempre fatto e continueremo a dimostrarlo presto con tante altre iniziative. Il nostro non è un discorso politico, né religioso: è semplice umanità, pietas.

Abbiamo scelto – almeno in questo caso – di non discutere sulle cause dell’immigrazione, sulla gestione dell’emergenza e sulle varie responsabilità. 
Queste persone sono qui (probabilmente ancora per poco, dato che la Sardegna non è la loro meta) e se possiamo fare qualcosa per rendere la loro permanenza meno sgradevole, lo facciamo.

Queste polemiche sterili servono tutt’al più a scaricare l’aggressività, e ricordano l’eterna polemica fra chi fa beneficenza a favore di cani e gatti, e viene accusato di non pensare ai bambini. Come se una cosa escludesse l’altra, come se non fossero entrambe scelte ammirevoli.



Ma ecco a voi il meglio del peggio che i nostri concittadini hanno prodotto (incluse doppie ad libitum e un vasto campionario di orrori ortografici):

#1 – UN GRANDE CLASSICO, SOLITAMENTE DEDICATO AGLI ZINGARI
“Portate anche qualche litro di benzina e tanti accendini. E il falò abbia inizio”.

#2 – PALAZZO KIGI. E HO DETTO TUTTO
“Portateli a roma palazzo kigi scaricateli li e fatte aprire il portafoglio dei politici che lo anno bello pieno nn qua in sardegna che ce miseria ma che cacchio dicono questi qua portate roba ma x favore”.

#3 – RICOSTRUZIONE UN PO’ FANTASIOSA, MA I MARÒ NON POTEVANO MANCARE
“Ma xke nn pensate a riportare a casa i maró. Arrestati in acque internazionali, su una nave militare italiana, per di più compiendo il loro dovere e sparando su dei delinquenti o pirati”.

#4 – EH, ALMENO PRESENTATEVI!
“Ma che cazzo ce ne frega di questa gente a noi che nn sappiamo neppure chi sono e cosa anno fatto fanno in fretta piu di allestirle x i sardi. X quello con gli sprecvhi che fatte l italia va a rottoli”.

#5 – L’EPIDEMIOLOGO
“Adesso in Sardegna stanno aumentando i casi di tubercolosi gli stranieri immigrati non c'entrano nulla (Balla Colossale)”.

#6 – L’ANALISTA POLITICO
“Un'altro partitello sinistroso nato a Cagliari....bene bene ne sentivamo propio la necessità!”.

#7 – L’ANIMALISTA
“Se devo aiutare, aiuto sardi, anche associazioni pro animali ma non negri...”.

#8 – L’UNTORE (GOLD EDITION)
“Si ok... ve li portiamo subito con un po di antrace per l'oro e per voi...”.

#9 – L’AMANTE DELLE METAFORE
“Qui se sei sardo capirai che non c’è piu neanche la spina x i gatti, e se permetti prima viene cristo e poi i santi”.

#10 – EMERGENZA OBESITÀ
“Io aiuto gli africani in Africa malati e denutriti, non questi balordi delinquenti con la pancia piena. Ma ammazzetivi!!! Ma quale difficoltà? Grassi come maiali e ben vestiti”.

#11 – MIGRANTI, MA CON STILE
“A proposito le donne erano pure tutte con lo smalto nei piedi...ben curate...chiamala fame...vabbe'...”.

#12 – LODE AL DONO DELLA SINTESI
“Andate affanculo!!!”.


FRANCESCO FUGGETTA - #CA_mbia CAGLIARI

martedì 25 agosto 2015

Riapriamo il dialogo su Tuvixeddu per non dilapidare più soldi pubblici

Via Is Maglias aperta non è una vittoria. 

Perché il ripristino della normale circolazione di via Is Maglias non può considerarsi una vittoria? 

Ormai un mese fa il sindaco Massimo Zedda, attraverso la propria pagina Facebook, ha annunciato il ripristino della normale viabilità in via Is Maglias. Per anni ci eravamo abituati a quel pericolosissimo gomito all'ingresso di via Castelli, proprio all'angolo con la facoltà di Ingegneria e di fronte all'ingresso del cantiere di Coimpresa.

La piccola premessa che facciamo è che il gomito passava su un'area privata per la quale erano già state concesse le licenze edilizie e pagati gli oneri della Bucalossi, ma proprio per la presenza della strada non era mai stato possibile edificare nulla.

Dunque la riapertura era semplicemente dovuta e, se fossimo governati da un'amministrazione di normale buon senso, ci si sarebbe aspettati un profilo un po' più basso in relazione a un normalissimo intervento di normalissima gestione della cosa pubblica. 

Ma facciamo un piccolo passo indietro. Perché ci si trovava in quella situazione? Ecco. Pochi sanno che all'interno dell'accordo di programma del 2001 tra amministrazione pubblica e privati, relativo al comparto Tuvixeddu - Tuvumannu, era presente un forte accento sul beneficio pubblico della città.


Il privato si impegnava a cedere gratuitamente al Comune di Cagliari 38 ettari (sui 48 complessivi del piano), garantendo tutta una serie di servizi per il quartiere popolare di via Castelli: una chiesa, una clinica, una piccola area commerciale e una nuova viabilità di attraversamento e locale, giusto per citare alcuni interventi. 

Tutto questo sarebbe dovuto sorgere su Tuvumannu, area completamente sterile da un punto di vista storico, archeologico e ambientale.

In seguito al blocco dei lavori determinato dall'azione della giunta Soru anche questa parte del piano è stata interrotta, nonostante fossero già stati ampiamente cominciati i lavori per la costruzione della nuova strada, fondamentale asse tra via Cadello e via Is Maglias, che avrebbe garantito un rapido collegamento e una sensibile riduzione traffico, di incidentalità e di inquinamento atmosferico.

A tanti anni di distanza (Quanti? Ormai dieci) noi siamo voluti andare a toccare con mano il vero problema di quell'area, che volutamente il sindaco nasconde dietro una ridicola (e dovuta!) apertura di pochi metri di strada.

Il problema non è il gomito. 

Il problema è il quartiere lasciato senza servizi. Il problema è l'area di via Castelli con UN solo accesso. Il problema è il gigantesco cantiere costato già diversi milioni di euro e che sembra non vedere la fine. Il problema è l'eternit buttato ovunque. Il problema è la sicurezza in un'area completamente aperta a tutti. 


Quale è la risposta di questa amministrazione?

Intanto ecco la nostra: riaprire il dialogo con il privato affinché il bene della città venga tutelato, affinché la strada venga finita, affinché i residenti di via Castelli possano vivere una vita dignitosa non in mezzo al degrado, ma a contatto con il resto della città e con i propri servizi, richiesti a gran voce e anche dovuti.

Francesco Accardo - Cambiavento 

#CA_mbia #cambiavento2016


lunedì 24 agosto 2015

Cambiamo. Per una volta non strumentalizziamo la disperazione deimigranti. Facciamo qualcosa di costruttivo.

Cambiavento, gruppo che aderisce a #CA_mbia, chiede alle forze politiche, associazioni e liberi cagliaritani di unire le forze e non strumentalizzare la disperazione dei migranti ma di FARE insieme qualcosa di utile.

Foto da unionesarda.it

A seguito dello sbarco dei 963 migranti, viste le dichiarazioni di questi ultimi minuti assolutamente prive di qualsiasi proposta o soluzione è chiaro che l’intenzione sia esclusivamente quella di cavalcare la notizia. Leggiamo solo critiche al governo, alla regione e pure al comune ma è chiaro che con le critiche utilizzate per esclusivi fini elettorali non si risolve questa drammatica situazione.

Noi di Cambiavento invece chiediamo a tutti di fare un passo indietro. Chiediamo di unirvi a noi in un aiuto costruttivo. Vi invitiamo a partecipare alla raccolta dei beni di conforto indicati dalla Caritas (scarpe, infradito, asciugamani, occorrente per l’igiene personale) e portarli tutti insieme in un flashmob alla sede della Caritas di Cagliari Giovedì p.v. alle 19. Confermate con #CA_AIUTA

Se non possiamo fermare il problema, affrontiamolo con umanità.

#CA_mbia #Cambiavento2016

mercoledì 19 agosto 2015

Continuità aerea flop. No ai soldi a pioggia, puntiamo sul merito

COMUNICATO STAMPA

CAGLIARI, 19 AGOSTO 2015 – Questa estate è andato in scena il grande flop. Tantissimi sardi, e tra loro tantissimi cagliaritani, sono rimasti a terra per la mancanza di posti aerei nelle tratte da e per Milano e Roma, interessate (almeno a parole) dalla cosiddetta continuità territoriale CT1. 

L’artefice di questo flop è la Regione, che ha clamorosamente sbagliato tutte le valutazioni di domanda/offerta relative alla CT1 e ha disatteso le promesse di incremento di posti aerei tra giugno e settembre 2015. 

Quanti di noi hanno provato a prenotare un posto su queste tratte senza riuscirci? Se a questo aggiungiamo l’utilizzo di uno schema ormai obsoleto di continuità territoriale in piedi dal 2001 è immediato trarre le conclusioni.

Il sistema è quello del finanziamento a pioggia dalla Regione ai vettori aerei per avere un prefissato numero di posti in continuità. Un esempio: l’aereo è vuoto? Il vettore aereo riceve comunque dalla Regione la stessa cifra che riceverebbe per un aereo pieno. 

Questa è l’attuale CT1 che noi di Cambiavento chiediamo di ricontrattare.


In che modo? Vogliamo che diminuisca il fondo iniziale di base e vengano premiate le compagnie che riescono ad ottimizzare le tratte (fissando sempre un tetto di spesa massima). In questo modo le compagnie stesse avrebbero interesse a dimensionare accuratamente l’offerta in funzione della domanda.

La situazione però è molto differente se si parla delle tratte verso Torino, Napoli, Verona e Bologna. Questa è la cosiddetta continuità territoriale CT2. Su queste tratte, è noto, la domanda è una domanda composta anche da studenti e pazienti ospedalieri. 

Presentiamo subito un dato allarmante: se si volesse prenotare un volo per Verona il 15 ottobre prossimo, il sito Meridiana (vettore che gestisce la tratta) impedisce il completamento dell’operazione, asserendo che il volo è pieno o non disponibile e che l’ultima data disponibile è il 30 settembre. Non ci sono annunci ufficiali, ma sembrerebbe che Meridiana voglia togliere queste tratte costringendo sardi e cagliaritani a viaggiare esclusivamente su Roma e Milano.

Si dirà che sono presenti le compagnie low cost, ma in situazioni di emergenza, con passeggeri barellati, con studenti che vogliono viaggiare all’ultimo minuto e lavoratori pendolari da e per la penisola, la situazione non sarebbe più controllabile. Il caso di Ryanair che non accetta passeggeri barellati (se non al costo equivalente di tre persone) ne è l’emblema.

Cambiavento auspica che l’interruzione del servizio non corrisponda a verità, ma se così fosse è fondamentale che la Regione vada immediatamente a Bruxelles e proponga una manifestazione di interesse per garantire almeno su queste tratte una sorta di continuità territoriale. Questa manifestazione di interesse, che non corrisponderebbe a una soluzione di monopolio (esclusa per legge) garantirebbe una base di copertura pubblica per quei vettori interessati a mantenere le tratte dell’attuale CT2.

In questo modo si premierebbero i virtuosi e si produrrebbe ricchezza per noi sardi e cagliaritani.

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Gli ignari cagliaritani “dummies”, l’amministrazione Zedda e lapanchina radical-chic

Sapete quando un’amministrazione è in torto marcio? Quando la maggior parte dei cittadini non capisce quale sia l’obiettivo di quel preciso lavoro. Quando non è chiara, o meglio, quando non c’è una visione d’insieme delle azioni che l’amministrazione porta avanti. Ma soprattutto quando solo una piccola parte dei cittadini è a conoscenza di quali sono gli obiettivi della singola azione. Ed è quella piccola parte che magari frequenta gli ambienti di via Puccini o qualche salotto radical-chic della nuova intellighenzia cagliaritana. Questo rende sempre più incolmabile la distanza che l’amministrazione ha con il comune cittadino.


E allora, di tanto in tanto a qualche cittadino, di quelli ignari, viene qualche dubbio e si permette di sollevare qualche critica. Per esempio è della scorsa settimana un post pubblicato su facebook che ha avuto un numero altissimo di commenti e visualizzazioni. Parlava dell’orientamento delle nuove panchine radical-chic sul lungo mare del Poetto. Beh, è pacifico che se si fanno dei lavori milionari nella spiaggia cittadina più lunga d’Europa, orgoglio e vanto dei cagliaritani, a lavori finiti se uno si siede su una panchina si aspetta di vedere il mare anziché dargli le spalle e osservare i bus che passano davanti. Ecco al Poetto no. Al Poetto abbiamo le panchine radical-chic e si guardano i bus. Vabbè, fa ridere. L’ignaro cittadino non può che sollevare qualche lecita critica.
Allora “l’intellighenzio” prepara immediatamente un contro post che con la spocchiosità radical-chic che lo contraddistingue descrive “il Poetto for dummies” (letteralmente “per negati”) dove con aria di sufficienza spiega (ma solo lui che frequenta i salotti può) i motivi dell’assurdo posizionamento della panchina radical-chic . 
E’ logico che l’ignaro cittadino non vuole entrare nelle decisioni dell’amministrazione. D’altra parte il sindaco viene eletto per prendere decisioni a nome di tutta la città. Ma è altrettanto chiaro che l’ignaro cittadino ha il diritto di sapere e senza essere preso per scemo quali sono le linee d’azione dell’amministrazione, ammesso che ne abbia. Altrimenti perché coinvolgerlo per la scelta del colore dell’asfalto?

Noi di Cambiavento non ci dimenticheremo di questo. A partire da maggio, da quando inizieremo a cambiare Cagliari, da quando manderemo a casa questi incompetenti giocattolai, i cittadini non saranno mai considerati dummies e diventeranno il fulcro della città.

sabato 8 agosto 2015

Ex Deposito Carburanti Aeronautica di Monte Urpinu, il Comune acquisti l’alloggio del Comandante

COMUNICATO STAMPA

Ex Deposito Carburanti Aeronautica di Monte Urpinu, il Comune acquisti l’alloggio del Comandante

La proposta di Cambiavento: creare un parco con percorsi naturalistici, attività commerciali e punti di ristoro


CAGLIARI, 8 AGOSTO 2015 – L’annuncio, da parte della Regione, di mettere in vendita una serie di beni, fra i quali l’alloggio del Comandante dell’ex deposito di carburanti dell’Aeronautica Militare di Monte Urpinu, è un fatto che non può lasciare indifferente il Comune di Cagliari.


Lo stabile, di 200 metri quadrati all’interno di un’area di 3.350 metri quadrati edificabili, si trova in una delle zone più centrali e strategiche della città. Un patrimonio che non può finire nelle mani di un privato, ma che deve essere messo a disposizione della comunità.

Noi di Cambiavento crediamo che l’alloggio del Comandante non debba essere separato dal resto del deposito. Si tratta di un’enorme area (138.000 metri quadrati) immersa nel verde, nella quale sono presenti diversi edifici: gli uffici, le camerate, gli alloggi dei militari, un deposito, la mensa e una piccola cappella, oltre ad un campo da calcio e un campo da tennis.

Gli edifici potrebbero essere riconvertiti, con l’intervento di privati, in attività commerciali e punti di ristoro, il tutto in un’area ricca di vegetazione, nella quale creare dei percorsi naturalistici e praticare diversi sport. Una proposta organica alla visione di Cambiavento: trasformare le nostre fortune in opportunità, lavoro e reddito. In questo caso, a beneficio di tanti, e non del solo acquirente privato.

Chiediamo quindi al Comune di Cagliari di acquistare l’alloggio del Comandante: sarebbe un primo passo per riunirlo all’ex deposito e abbattere finalmente quel “limite invalicabile” che lo preclude alla città.

#Cambiavento2016
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giovedì 6 agosto 2015

Basta con le “occupazioni culturali” illecite, diamo un tetto a chi davvero ne ha bisogno

COMUNICATO STAMPA

Basta con le “occupazioni culturali” illecite, 
diamo un tetto a chi davvero ne ha bisogno!
Cambiavento chiede lo sgombero di Sa Domu

CAGLIARI, 6 AGOSTO 2015 – Ormai è da qualche settimana che si fanno sempre più frequenti le manifestazioni sotto il Municipio di via Roma per il diritto alla casa. Ma le condizioni di chi protesta possono essere molto diverse. In via Flumentepido c’era una scuola elementare, ora occupata da diverse famiglie, con bambini piccoli, anziani e disabili. Si tratta di una situazione molto difficile da gestire, che l’amministrazione – bisogna riconoscerlo – sta cercando di risolvere.
In via La Marmora, invece, c’è il centro sociale “Sa Domu”. L’ex scuola Manno, attualmente occupata, ospita una serie di attività autogestite. A Sa Domu si sta creando un pesantissimo precedente che siamo ancora in tempo per estirpare. Gli occupanti hanno modificato a proprio piacimento questo edificio storico, abbattendo pareti, dipingendo i muri interni ed esterni, e organizzano una continua programmazione di eventi, dannosa per tutti i piccoli operatori culturali di Cagliari.




Infatti, come può un operatore culturale reggere la concorrenza di chi non paga luce, acqua, tassa sullo stabile, tassa sui rifiuti, SIAE, ENPALS, autorizzazioni comunali per lo spettacolo, e che non si attiene alle direttive per il trattamento e la vendita di cibo, bevande e bevande alcoliche? Impossibile.
Il problema non è solo l’applicazione o meno dell’articolo 5 del Piano Casa Renzi-Lupi (il distacco delle utenze pubbliche non ufficialmente utilizzate). L’impressione è che le tante persone che hanno l’esigenza di occupare (perché materialmente non hanno un altro posto dove andare) siano spinte sempre più alla protesta da parte di persone che non hanno alcuna esigenza di occupare (ma che lo fanno per organizzare eventi).
Ricordiamo che il 5 maggio scorso il Consiglio Comunale ha votato contro lo sgombero di Sa Domu, con la motivazione che “non ci sono state notizie di reato”. Cambiavento crede che l’occupazione abusiva sia un illecito che nessuno è legittimato a compiere. Crede che consentire questo sia un pericoloso precedente e soprattutto una mancanza di rispetto per tutte quelle persone che sono in graduatoria per un alloggio e non occupano, ma aspettano.
Chiediamo che si interrompa immediatamente l’occupazione di Sa Domu, e si inizi a risolvere la VERA emergenza abitativa di Cagliari con le persone che DAVVERO vivono in estrema difficoltà per la mancanza di un posto dove stare.

CONTATTI:
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mercoledì 5 agosto 2015

Sa Domu non è via Flumentepido

Emergenza abitativa a Cagliari.

Ormai è da qualche settimana che si fanno sempre più frequenti le manifestazioni sotto il Municipio di via Roma per il diritto alla casa. 

Qualche mese fa siamo stati in via Flumentepido e abbiamo lottato e ottenuto l'invio di autobotti soprattutto grazie al sostegno di un consigliere comunale di maggioranza che ha preferito non essere mai coinvolto direttamente (ma che ci teniamo a ringraziare). 

In via Flumentepido c'era una scuola elementare ora occupata da diverse famiglie, con bambini piccoli, anziani e disabili, e molti animali domestici. 

Si tratta di una situazione molto difficile da gestire e l'amministrazione attuale si sta muovendo il più possibile per provare a risolvere, bisogna riconoscerlo, ma il problema principale non è solo l'applicazione o meno della Renzi - Lupi (distacco delle utenze pubbliche non ufficialmente utilizzate), ma il problema riguarda anche il confronto con tutte quelle persone che sono in graduatoria per un alloggio e che non occupano ma aspettano, il problema riguarda la non legittimità da parte di NESSUNO all'occupazione, il problema riguarda la totale mancanza di risorse da parte del Comune.

L'impressione sempre più forte è che le tante persone che hanno l'esigenza di occupare (perché materialmente non hanno un altro posto dove andare) siano spinte sempre più alla protesta da parte di persone che non hanno alcuna esigenza di occupare (ma che occupano spazi pubblici per fare eventi autogestiti).

Parliamo di Sa Domu. 

Sa Domu non è via Flumentepido.

Sa Domu è la ex scuola Manno di via La Marmora attualmente occupata per attività autogestite.


A Sa Domu si sta creando un pesantissimo precedente che siamo ancora in tempo per estirpare. Una struttura storica occupata e modificata a proprio piacimento abbattendo pareti, dipingendo i muri interni ed esterni, con una programmazione di eventi continua e dannosa non solo per l'intero quartiere di Castello, ma per tutti i piccoli operatori culturali di Cagliari.

Come può un operatore culturale reggere la concorrenza di chi non paga luce, di chi non paga acqua, di chi non paga tassa sullo stabile, tassa sui rifiuti, SIAE, ENPALS, autorizzazioni comunali per lo spettacolo e che non si attiene alle direttive regionali e nazionali per il trattamento e la vendita di cibo, bevande e bevande alcoliche? Impossibile. 

E il Comune, che dovrebbe aiutare i piccoli operatori culturali che dalla mattina alla sera si fanno in quattro per poter pareggiare il bilancio delle proprie associazioni e gli operatori culturali che si fanno in otto per poter essere in attivo nel bilancio della propria azienda, cosa fa? Nulla! Anzi! Il 5 maggio il Consiglio Comunale ha votato contro lo sgombero di Sa Domu. 20 a 11 con un astenuto. Follia. Pazzia! 

Ma come, penserete, noi non siamo la capitale italiana della cultura del 2015? E il Comune uccide i propri operatori culturali? Siamo alle barzellette.

I rappresentanti del Comune, e il Sindaco per primo, devono interrompere l'occupazione di Sa Domu, in modo da poter trattare separatamente la VERA emergenza abitativa di Cagliari con le persone che VERAMENTE vivono in estrema difficoltà per la mancanza di un posto dove stare. 

E in modo da poter tendere simbolicamente non solo una mano, ma tutto un braccio, a tutti quegli operatori culturali danneggiati per mesi. 

Cominciamo a risolvere Sa Domu e successivamente pensiamo ai diversi casi degli edifici pubblici occupati. Casa per casa. Edificio per edificio. Diamo una situazione dignitosa a chi una situazione dignitosa non ha. 

martedì 4 agosto 2015

Ultimo atto al Lirico?

Il Teatro Lirico è di nuovo senza guida e senza direzione (non che guida e gestione degli ultimi anni potessero essere chiamati con tale nome). Mai nella sua storia si era arrivati a una situazione di questo genere. 

Silurata la Spocci. Un sindaco presidente che prima molla spontaneamente. Poi però il giorno dopo si scopre che la richiesta era della Procura. Poi che rimane al proprio posto senza ulteriori annunci di altruismo. 

Ma tutto questo da cosa è partito? Non vogliamo ripercorrere le vicende degli ultimi anni. Vengono i brividi solamente a pensarci. Ma vogliamo permetterci di dare un giudizio. 


Si è trattata di una gestione quantomeno discutibile della cosa pubblica accompagnata un'appropriazione indebita della parola "cultura" da parte di quella frangia politica dell'ora tocca a noi. Ve lo ricordate quello slogan? ORA TOCCA A NOI. Illusi. Siamo tutti degli illusi. Quei "noi" mica siamo TUTTI NOI. No! Sono solamente LORO. 

Adesso giriamo pagina. Vogliamo ritornare alle grandi produzioni del passato. Ai virtuosismi dei grandissimi della musica. Al prestigio dei più importanti direttori d'orchestra. 

Ci auguriamo che la situazione si ristabilisca e che alla guida di questa industria della cultura, forse la più grande della nostra bellissima isola, ci possa essere un professionista serio con un comprovato curriculum umanistico, musicale e organizzativo. 

Solamente un team con le giuste competenze potrebbe far funzionare un ente di tali dimensioni. 

#CA_mbia #cambiavento2016


lunedì 3 agosto 2015

Ex Ospedale Civile: basta con le solite “fabbriche” pubbliche mangiasoldi

COMUNICATO STAMPA

Ex Ospedale Civile: basta con le solite “fabbriche” pubbliche mangiasoldi

Affidiamolo al privato che realizzi anche la piazza e un parcheggio sotterraneo


CAGLIARI, 3 AGOSTO 2015 – Cambiavento ha letto con attenzione le dichiarazioni dell’amministrazione, che nel piano particolareggiato del centro storico si propone di realizzare un “polo della cultura della salute” nell’Ospedale San Giovanni di Dio. Sarebbe tutto molto bello e noi di Cambiavento saremmo i più forti sostenitori di questa proposta se Cagliari si trovasse nell’isola di Utopia.

Purtroppo così non è e purtroppo Cagliari ha assoluta necessità di creare lavoro, occupazione e reddito. Le amministrazioni cagliaritane hanno ignorato e continuano ad ignorare questo aspetto fondamentale.

Nel documento leggiamo termini aulici: le Grandi Fabbriche vengono definite “i luoghi potenziali dell’innovazione urbana, condensatori di creatività artistica e tecnico-scientifica, luoghi di fertilizzazione reciproca tra città e Università”. Ma in realtà, queste Grandi Fabbriche cosa produrrebbero? Nulla.

Ci piace l’idea della terrazza a gradoni. Ma riguardo all'ex Ospedale, crediamo che tutti gli spazi inutilizzati della città debbano essere recuperati e messi a disposizione dei cittadini e di chi ha idee innovative per far crescere l’economia. È invece evidente che la realizzazione di un centro culturale della salute sia esclusivamente una macchina mangia soldi che garantirebbe lo stipendio di una manciata di operatori e lo sperpero dei finanziamenti per portare avanti questo carrozzone.

Cambiavento invece propone di coinvolgere decisamente il privato, proponendogli una parte del meraviglioso immobile per realizzare un albergo, ristoranti oppure strutture attrattive. L’accordo – secondo la nostra proposta – dovrebbe obbligare il privato a realizzare la piazza antistante l’ospedale e un adeguato numero di parcheggi interrati sotto la piazza, così come ipotizzato dal piano particolareggiato.

Così non solo si utilizzano fondi privati per realizzare opere pubbliche, ma si garantirebbero stipendi per tanti giovani cagliaritani e un reale sviluppo del turismo  cittadino. Solo in questo modo sarebbe possibile utilizzare le altre parti “pubbliche” per scopi culturali, senza l’ausilio di incentivi regionali a tempo determinato.

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