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domenica 13 settembre 2015

Tarocchi e profumi (di muggine): l’illegalità ha trovato parcheggio


C’è qualcosa di peggio dell’illegalità. Ed è la sensazione che l’illegalità sia conosciuta e tollerata, che sia diventata normale. L’idea che non ci sia un modo per invertire questa consuetudine, alla quale ormai siamo assuefatti.

La dimostrazione è in questa foto, pubblicata da un amico su Facebook. Sabato 28 agosto, concerto dei Subsonica all’Arena S. Elia. Il biglietto, che riporta il numero 82, non è quello d’ingresso al concerto: è stato rilasciato da un solerte parcheggiatore abusivo, al costo di tre euro.



Avete capito bene: questi personaggi si sentono così sicuri della loro impunità da aver organizzato un meccanismo di controllo che ricalca quello di un legale parcheggio a pagamento. E chissà a che numero sono arrivati.

I più ingenui si staranno chiedendo: che bisogno c’è di un biglietto? La risposta la sanno bene i coraggiosi cittadini che hanno voluto ribellarsi al ricatto e quel biglietto non l’hanno esposto sul parabrezza: gli stessi che il giorno dopo hanno dovuto portare la macchina dal carrozziere. Perché la vendetta arriva puntuale, sotto forma di insulti, calci alle portiere o qualche artistico graffito fatto con una chiave sulla carrozzeria.

Bastava chiamare la Polizia, si obietterà. Non ce n’era bisogno, perché la Municipale era già lì, all’entrata dell’Arena. Era informata dei loschi traffici che stavano avvenendo nei parcheggi, ma – per motivi che sarà doveroso chiarire – non è intervenuta.

La stessa scena si replica da anni al Poetto, al parcheggio di via del Cammino Nuovo, alla Fiera (nei pochi giorni dell’anno in cui è aperta). E l’illegalità non si limita al parcheggio abusivo: il centro cittadino brulica di venditori di merce contraffatta, e tutte queste attività vengono esercitate alla luce del sole, come se fossero entrate di diritto nell’ambito di ciò che è concesso fare sotto il rassicurante ombrello della società civile.




Che i responsabili siano sardi o stranieri, sia chiaro, non ci interessa. Quello che vogliamo è che Cagliari ritorni ad essere una città vivibile, e che i cittadini non siano costretti a dover pagare una tangente per esercitare un loro diritto.

Perché altrimenti l’uso del pugno duro nei confronti dell’operatore del Mercato di San Benedetto, che dovrà pagare 1.000 euro per aver arrostito qualche muggine all’aperto, apparirebbe un atto ingiusto e incomprensibile. 


FRANCESCO FUGGETTA#CA_mbia CAGLIARI

#CA_mbia #Cambiavento2016

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