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lunedì 21 settembre 2015

Un fosso qui, un fosso lì, la terra dei ficus!

Non so voi, ma noi evitiamo di passare per Viale Merello, anche se la nostra destinazione è viale Merello stesso.
Tra una buca, un tombino, una voragine ed una fossa, il passaggio per questa via ( magari fosse solo questa) si trasforma ogni volta in un rocambolesco slalom (probabilmente i meccanici a Cagliari lavorano più che in qualsiasi altra città).
Ancora più critica è la condizione dei marciapiedi, in entrambe le direzioni: le cadute sono all'ordine del giorno ed il passaggio di carrozzine e disabili è praticamente impossibile.
La colpa? Beh dei ficus che, maledetti loro, hanno la colpa di avere delle radici troppo grosse che con il tempo hanno distrutto le aiuole, divelto le lastre di marmo che le delimitavano e dissestato la pavimentazione stradale.
Ma la colpa di tutto questo sfacelo è realmente solo dei ficus?
Facciamo un piccolo salto nel tempo, prendiamo le linee programmatiche annunciate dall'attuala Giunta Comunale al suo insediamento focalizzandoci sul punto denominato "città sostenibile”.
Venne annunciata la realizzazione di una conferenza cittadina sul verde pubblico con lo scopo di sensibilizzare i cittadini sulle specificità e criticità di ogni specie arborea presente in città. Passando dai problemi di " vecchiaia e salute" degli alberi del Largo, all'instabilità dei pini di Viale Diaz e finendo poi con gli incriminati ficus di viale Trieste e viale Merello. I buoni propositi prevedevano che si intervenisse non solo in casi di evidente emergenza e con la collaborazione delle associazioni sensibili ai temi del verde ed i cittadini stessi, ma anche (e sopratutto) in ambito di ordinaria gestione della cosa pubblica.
Ebbene è dal 2011 che si attende che qualcosa, oltre le radici di questi imponenti alberi, si muova.
Sono stati addirittura affissi in nel pieno centro della nostra città, cartelli di divieto di transito dei motocicli. 
Un intervento di sradicamento delle piante per alcuni potrebbe essere la soluzione, alla quale si oppongono i residenti e gli ambientalisti. Tuttavia in ambito tecnico, è noto che certe specie arboree non siano per nulla compatibili con la normale attività di una città ed i ficus hanno manifestato problemi sin dal loro primo impianto. Addirittura molto spesso si parla di una vita massima di 15/20 anni per certi alberi in ambito cittadino.


Ma realmente tra un marciapiede irreversibilmente impraticabile ed evidentemente pericoloso, una pavimentazione sconnessa ed un intervento drastico come quello ipotizzato in tutti questi anni e non solo negli ultimi cinque, non si è trovato un punto di grigio?
Le reali fragilità di Cagliari sono prima di tutto queste. Sono i concreti e quotidiani ostacoli con cui i cittadini combattono ogni giorno, sono quelli che rendono sostenibile o meno la vita in città. Il quotidiano dei cittadini vale quanto una grande opera perché chi ignora il cittadino fallisce, fallisce miseramente perché è per questo che è stato scelto.
Una possibile soluzione? Per noi di Cambiavento, della coalizione CA_mbia, bisognerebbe avere la forza politica di sradicare quegli alberi avendo cura della loro conservazione e destinarli a qualche vuoto urbano in cui possano espandere le proprie radici senza danni e sostituirli con specie arboree più adatte alla città in modo da rendere la nostra Cagliari più vivibile, sicura ed indubbiamente più bella.
Eleonora Usai - Cambiavento
Francesco Accardo - Cambiavento

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