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venerdì 27 maggio 2016

Dichiarazioni omofobe in un partito alleato con Zedda: il sindaco conosce la sua coalizione?

Siamo sicuri che Zedda sappia chi ha nella sua coalizione? No, perché a giudicare dalle dichiarazioni omofobe di Orrù non si direbbe.

Per chi non lo sapesse Marcello Orrù è un consigliere regionale del Partito Sardo d'Azione, partito che in Regione si oppone alla sinistra, e in Comune a Cagliari pure, ma solo fino al 5 giugno, perché alle prossime amministrative si presenta a sostegno di Zedda.

L'Orto dei Cappuccini e il soggiorno col parquet

Mi dicono che l'Orto dei Cappuccini sia meraviglioso. Chi ha intenzione di visitarlo, però, sappia che troverà il cancello sbarrato: eh sì, è rimasto aperto giusto il tempo di essere inaugurato.

Come ha spiegato l'assessore al Verde Pubblico Paolo Frau, le 7.500 persone presenti in occasione di Monumenti Aperti hanno rovinato il manto erboso, che ora dovrà riprendere vigore. Un fatto ampiamente previsto: le guide, nel corso della manifestazione, hanno infatti avvertito i visitatori dell'imminente chiusura.


Gadget ai mercati: un'iniziativa illegale, sintomo della paura di perdere

Una caduta di stile? Se la distribuzione gratuita di gadget nei mercati civici, che il Comune ha programmato dal 16 al 19 maggio, fosse solo questo, potremmo anche archiviare l'argomento. L'iniziativa, però, non è solo inopportuna, ma anche illegale.

L'art.9 della legge 28/2000 (Disciplina della

Presentata la lista civica #CA_mbia Cagliari: l'entusiasmo e la preparazione dei candidati

Massidda: “Ci sono emergenze, come quella della povertà nei quartieri periferici, che la Cagliari radicalchic ha ignorato” 

CAGLIARI, 16 MAGGIO 2016 – Una lista composta da candidati entusiasti e preparati, pur se – per la stragrande maggioranza – alla prima esperienza politica: #CA_mbia Cagliari, presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa che si è svolta presso Le Plus Bon in piazza Unione Sarda, già dall'estate scorsa ha fatto parlare di sé con numerose iniziative.


giovedì 12 maggio 2016

Non chiamatela legnaia. Ma soprattutto, toglietela prima del 2020

Vi prego, smettetela di parlare di "legnaia" dell'Anfiteatro. La legnaia, in italiano, non è altro che un locale adibito al deposito di legna da ardere.

Quella che la giunta Zedda, in cinque anni, non è ancora riuscita a rimuovere, è invece una struttura in legno e acciaio. Oggi riprendono i lavori, e il sindaco lo comunica su Facebook, ma tace sul termine previsto per la riapertura del monumento, chiuso dal 2011. 

Se andiamo a controllare la rassegna stampa di qualche anno fa, capiamo il perché. Il 29 luglio 2013 l'assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras, nel commentare l'ipotesi di una riapertura nel 2016, dichiarava: “Il costo, l'ampiezza e la durata dei lavori di smontaggio degli allestimenti e la valorizzazione del monumento saranno direttamente proporzionali ai danni subiti”.

















Passano quasi due anni (è il 4 febbraio 2015) e sempre l'assessore Marras racconta: “Prima di iniziare, pensavamo che la situazione fosse disastrosa. Procedendo nello smontaggio del primo anello ci siamo resi conto che la roccia non era così compromessa”.

Ah, meno male! Quindi, se la logica non è un'opinione, i lavori sarebbero dovuti finire ben prima del 2016. E invece andranno avanti ancora per anni. Quanti anni, di preciso? Ce lo dice ancora una volta il vicesindaco, in un'intervista del mese scorso: “I lavori saranno lunghi, dureranno circa un anno e mezzo. Per restituirlo agli spettacoli ci vorrà più tempo, un altro anno”.

Ancora due anni e mezzo? Considerando le precedenti previsioni errate e a giudicare dal passo di lumaca dimostrato finora, diciamo quattro: saremmo nel 2020.

Nel frattempo, l'Arena di Verona (costruita nella stessa epoca dell'Anfiteatro) accoglie 400mila spettatori a stagione, con un indotto di 500 milioni di euro.

FRANCESCO FUGGETTA - ‪#‎CA_mbia‬ CAGLIARI

mercoledì 4 maggio 2016

La targa di Endrich e la cecità dell'ideologia

“Cartelli, targhe, nomi e cognomi. Sono ogni giorno sotto i nostri occhi, ma il più delle volte non ci soffermiamo a pensare al significato di quelle vite, così speciali da meritare l’intitolazione di una via o di una piazza. La toponomastica rappresenta la storia di un luogo, di una città, conserva il ricordo di chi l’ha resa grande”.

Così scrivevo nel 2008, da tirocinante dell'Ufficio Stampa del Comune di Cagliari, all'inizio di un reportage che illustrava le biografie dei 24 personaggi illustri ai quali era stata intitolata una via nei quattro anni precedenti.

Viale Enrico Endrich vide la luce molto prima, nel 1997. Oggi, vedendo che quella targa è stata distrutta da anonimi vandali, ho pensato a cosa avrei potuto riportare della sua vita. Ricordato prevalentemente per essere stato il podestà di Cagliari dal '28 al '34, fu avvocato, esperto d'arte, deputato e senatore.

Certo, fu fascista, in un periodo in cui quasi tutti – per convinzione, per convenienza o per obbligo – lo erano. Per molti, questo fatto è più che sufficiente a renderlo indegno di un'intitolazione: già nel 2011 una mozione firmata da tutti i capigruppo dell'attuale maggioranza propose il divieto di dedicare vie a persone che ebbero ruoli di primo piano nel Partito Fascista.




















Probabilmente i consiglieri sapevano del ruolo avuto da Endrich nel commissionare all'architetto Ubaldo Badas le tante opere che abbellirono la città in quegli anni, fra cui il Terrapieno che oggi prende il nome del podestà. Forse si ricordavano anche che nel '55 Endrich si dimise da deputato con una lettera al Presidente della Repubblica Gronchi subito dopo l’approvazione della legge che avrebbe garantito, da allora in poi, il vitalizio ai parlamentari. Rieletto al Senato nel '72, lo rifiutò nuovamente. Dopo la sua scomparsa, perfino sua moglie rifiutò di ricevere dallo Stato la pensione di reversibilità. 

Ma tutto questo, all'intellighenzia cagliaritana, non basta: Endrich rimane solo un fascista. Sua nipote, Enrica Anedda, oggi scrive riguardo alla targa in frantumi: “I danneggiamenti sono continuati per anni sino all'epilogo odierno, nell'indifferenza del Sindaco e dei vigili urbani. Così come nella stessa indifferenza la città subisce danneggiamenti e imbrattamenti. Non è sbagliato dubitare che il Sindaco abbia a cuore più i voti dei delinquenti che la cura della città”.

In effetti, per il pianoforte della stazione di piazza Repubblica l'indignazione è stata unanime, e le reazioni immediate. Stessa prontezza e stesse condanne per la scritta del writer sulle panchine del Poetto: addirittura un furioso post del sindaco su Facebook.

Per la targa del fascista Endrich, invece, tutto tace. D'altra parte l'avevano detto, che “ora toccava a loro”. 

FRANCESCO FUGGETTA – #CA_mbia CAGLIARI