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venerdì 16 ottobre 2015

Dieci anni di T.

Dieci anni di impresa. Dieci anni di ospitalità. Dieci anni di sviluppo. Dieci anni di opportunità per l'intera città.

Grazie all'iniziativa di un privato, una delle più grandi incompiute di Cagliari, ovvero l'orribile matitone della SIP, ferma da quando ho memoria, è stata trasformata in una delle più grandi imprese della città, generando oltre cento buste paga, garantendo un luogo di condivisione e cultura per la collettività, offrendo la possibilità della creazione del bellissimo Parco della Musica in un'area che fino a pochi anni fa non era altro che uno sterrato per automobili e per tossicodipendenti.
In dieci anni più di 700mila presenze. Personalità di altissimo livello. Un indotto economico e socioculturale enorme per tutta Cagliari.

Questo è il modo di agire che serve alla città. Senza perdere tempo. Senza proclami di chissà quale entità. Ma sempre e solo con accordi tra pubblico e privato da rispettare per creare occasioni.
Proprio il Parco della Musica, geniale intuizione del privato e di quel pubblico illuminato, risulta però tutt'ora incompleto per volontà politica dell'attuale Giunta Comunale che negli anni scorsi ha pure perso un finanziamento di 9 milioni di euro per il completamento delle strutture e l'avvio delle collaborazioni tra Conservatorio, Teatro Lirico e Comune.

I laboratori, i teatri interni, le sale prova, i parcheggi sotterranei in un'area sensibile come San Benedetto e Fonsarda, tutte le strutture progettate e realizzate sono completamente abbandonati.
Per semplice volontà politica.
Perché cinque anni fa, in preda a chissà quali fisime elettorali, gli ORA TOCCA A NOI hanno fatto di tutto per criticare progetti che neanche conoscevano, per denigrare professionisti che ora ci sogniamo, per riempire di letame il lavoro dei privati e dei pubblici illuminati che qualcosa di meraviglioso avevano regalato alla città.
Adesso provano in tutti i modi a tenere chiuse quelle strutture meravigliose. Nell'anno di Cagliari Capitale Italiana della Cultura avrei preferito vedere quei denari spesi per Cagliari e non per qualche oscena rappresentazione di prosa.
Francesco Accardo - Cambiavento

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