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mercoledì 5 agosto 2015

Sa Domu non è via Flumentepido

Emergenza abitativa a Cagliari.

Ormai è da qualche settimana che si fanno sempre più frequenti le manifestazioni sotto il Municipio di via Roma per il diritto alla casa. 

Qualche mese fa siamo stati in via Flumentepido e abbiamo lottato e ottenuto l'invio di autobotti soprattutto grazie al sostegno di un consigliere comunale di maggioranza che ha preferito non essere mai coinvolto direttamente (ma che ci teniamo a ringraziare). 

In via Flumentepido c'era una scuola elementare ora occupata da diverse famiglie, con bambini piccoli, anziani e disabili, e molti animali domestici. 

Si tratta di una situazione molto difficile da gestire e l'amministrazione attuale si sta muovendo il più possibile per provare a risolvere, bisogna riconoscerlo, ma il problema principale non è solo l'applicazione o meno della Renzi - Lupi (distacco delle utenze pubbliche non ufficialmente utilizzate), ma il problema riguarda anche il confronto con tutte quelle persone che sono in graduatoria per un alloggio e che non occupano ma aspettano, il problema riguarda la non legittimità da parte di NESSUNO all'occupazione, il problema riguarda la totale mancanza di risorse da parte del Comune.

L'impressione sempre più forte è che le tante persone che hanno l'esigenza di occupare (perché materialmente non hanno un altro posto dove andare) siano spinte sempre più alla protesta da parte di persone che non hanno alcuna esigenza di occupare (ma che occupano spazi pubblici per fare eventi autogestiti).

Parliamo di Sa Domu. 

Sa Domu non è via Flumentepido.

Sa Domu è la ex scuola Manno di via La Marmora attualmente occupata per attività autogestite.


A Sa Domu si sta creando un pesantissimo precedente che siamo ancora in tempo per estirpare. Una struttura storica occupata e modificata a proprio piacimento abbattendo pareti, dipingendo i muri interni ed esterni, con una programmazione di eventi continua e dannosa non solo per l'intero quartiere di Castello, ma per tutti i piccoli operatori culturali di Cagliari.

Come può un operatore culturale reggere la concorrenza di chi non paga luce, di chi non paga acqua, di chi non paga tassa sullo stabile, tassa sui rifiuti, SIAE, ENPALS, autorizzazioni comunali per lo spettacolo e che non si attiene alle direttive regionali e nazionali per il trattamento e la vendita di cibo, bevande e bevande alcoliche? Impossibile. 

E il Comune, che dovrebbe aiutare i piccoli operatori culturali che dalla mattina alla sera si fanno in quattro per poter pareggiare il bilancio delle proprie associazioni e gli operatori culturali che si fanno in otto per poter essere in attivo nel bilancio della propria azienda, cosa fa? Nulla! Anzi! Il 5 maggio il Consiglio Comunale ha votato contro lo sgombero di Sa Domu. 20 a 11 con un astenuto. Follia. Pazzia! 

Ma come, penserete, noi non siamo la capitale italiana della cultura del 2015? E il Comune uccide i propri operatori culturali? Siamo alle barzellette.

I rappresentanti del Comune, e il Sindaco per primo, devono interrompere l'occupazione di Sa Domu, in modo da poter trattare separatamente la VERA emergenza abitativa di Cagliari con le persone che VERAMENTE vivono in estrema difficoltà per la mancanza di un posto dove stare. 

E in modo da poter tendere simbolicamente non solo una mano, ma tutto un braccio, a tutti quegli operatori culturali danneggiati per mesi. 

Cominciamo a risolvere Sa Domu e successivamente pensiamo ai diversi casi degli edifici pubblici occupati. Casa per casa. Edificio per edificio. Diamo una situazione dignitosa a chi una situazione dignitosa non ha. 

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