Quando il capo abbaia, il blocco conservatore e immobilista di questa nostra bellissima città risponde abbaiando ancora più forte appresso al capo.
E trovo inaccettabile lo spazio continuamente regalatogli nei giornali cagliaritani.
Il chiostro di San Francesco in via Mameli, mai considerato neanche di striscio dall'intellighenzia cagliaritana che non in Buzzati, Pavese o D'Annunzio ma in Sergio Atzeni trova la propria massima rappresentazione culturale, è al centro di una odiosa e cattiva mistificazione schiava non dell'ideologia, ma schiava dell'interesse.
Al chiostro di San Francesco in via Mameli un imprenditore saggio e attento, sulla scia di pochi altri prima di lui, avrebbe regalato alla città uno spazio abbandonato da decenni, regno del degrado e dell'incuria di 50 anni di amministrazioni pubbliche.
Avrebbe restituito alla città, gratuitamente, un luogo simbolo.
Ma io la so già la conclusione. Ed è la stessa identica conclusione di Tuvixeddu.
Una conclusione frutto di una operazione scientifica e crudele.
Rovinare un imprenditore.
Punire una brava persona facendola sentire immorale.
Scatenare su di lui la rabbia degli archeologi mancati, degli opinionisti mancati, dei letterati mancati, degli uomini di cultura mancati, di tutte quelle persone convinte di essere assediate nel proprio Fort Alamo a combattere un nemico che nella realtà non esiste neanche e che li rende più inutili di una guarnigione nella Fortezza Bastiani in tempo di pace.
Quanta ragione ha da vendere il nostro Presidente del Consiglio nel voler rottamare certi elementi che non hanno portato MAI nulla di nulla di nulla di nulla di nulla di nulla a nessuno se non al proprio nome e alla propria corporazione contingentata!
#fuoritutti (per favore)
Francesco Accardo - CAMBIAVENTO
Nessun commento:
Posta un commento